lunedì 21 marzo 2016

Albina

Il varo del San Francesco di Paola, futuro Albina (g.c. Mauro Millefiorini)

Motoveliero da carico (goletta) da 223 tsl e 146 tsn, lungo 37 metri, largo 7,71 e pescante 3,87. Appartenente all’armatore Michele Pappalardo di Torre del Greco ed iscritto con matricola 1288 al Compartimento Marittimo di Torre del Greco.

Breve e parziale cronologia.

1915
Costruito come veliero (senza motore) con scafo in legno dal cantiere M. Donnarumma di Torre del Greco, come San Francesco di Paola.
10 marzo 1931
Coinvolto in un incidente con il motoveliero Domenico F. al largo di Otranto.
1934
Venduto da L. Di Salvatore (di Torre del Greco) a Maria Luigia Casotti di Molfetta, viene registrato a Molfetta e dotato di motore a due cilindri da 51 HP nominali prodotti da Deutsche Werke Kiel A. G. di Kiel.
1938
Acquistato da Michele Pappalardo di Torre del Greco, registrato di nuovo a Torre del Greco e ribattezzato Albina.
6 febbraio 1942
Requisito a Palermo dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come nave oneraria.

L’affondamento

Il 6 maggio 1943 l’Albina, in navigazione al largo di Capo Vaticano, venne avvistato dal sommergibile britannico Unrivalled (tenente di vascello Hugh Bentley Turner), che gli lanciò tre siluri: il motoveliero, avvistate le tre armi, riuscì ad evitarle con pronta contromanovra, mettendosi poi in salvo a Vibo Valentia.
La sua fine, però, non fu che rimandata di un giorno: il mattino del 7 maggio, infatti, l’Albina ripartì da Vibo Valentia Marina, ma alle 11.20 dello stesso giorno venne nuovamente attaccato, a 9 miglia per 330° da Coreca (Amantea) ed ancora al largo di Capo Vaticano, dall’Unrivalled. Di nuovo il sommergibile lanciò dapprima dei siluri, stavolta due, che di nuovo non andarono a segno (apparentemente, entrarono in collisione l’uno con l’altro); Turner, evidentemente esasperato e deciso a non lasciarsi sfuggire una preda tanto piccola e già costatagli cinque siluri, passò allora al cannone, col quale aprì il fuoco. Colpito a poppa da sette od otto proiettili, l’Albina venne abbandonato dall’equipaggio e si andò ad incagliare sulla spiaggia Longobardi; venne considerato perduto in conseguenza dei danni subiti.
Vi fu un ferito tra l’equipaggio.



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